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08 agosto 2019

Spigolature estive


Ottime Feriae Augusti a tutti

Roma, 8 agosto 2019

Consigli non richiesti. Chiude Pandora TV, una creatura di Giulietto Chiesa. Perché chiude? Per difficoltà organizzative, finanziarie, logistiche? Anche. Il motivo vero della chiusura o di consimili abbassamenti di saracinesca risiede, però, in altro, secondo il mio modesto avviso: mancanza di interesse nel pubblico. Alla lunga questo incide. Ritrovarsi sempre gli stessi utenti che girano da un sito all’altro mormorando le identiche parole d’ordine getta nello sconforto; si diviene autoreferenziali; si è costretti a scrivere cose che hanno l’approvazione di chi è già convinto. Divenire popolari: hic stat busillis. La controinformazione non è popolare. Anzi, sopravvive in un bugigattolo informativo. Il fallimento controinformativo è evidente. E questo avviene perché rimane tenace la superstizione secondo cui la verità rende liberi; e induce alla rivoluzione. Il che è un errore madornale. Decisivo. La verità non smuove niente. La menzogna, sotto le belle forme dell’utopia, smuove. La Marcia su Roma, la Marcia del Sale, il Treno di Lenin, la Birreria di Monaco: credete che qui in moto e in marcia fossero uomini e donne a cui si era rivelata la verità? Ma no, essi credevano. Tendevano. Avere fede. Puntare lo sguardo in un futuro da modellare secondo il proprio desiderio. Colmare il cuore di folle desiderio: ecco, questo smuove; alla marcia, alla protesta, a sopportare il dolore e la morte. La verità, ammesso che ne esista una, è assai indesiderabile. Il condottiero sa che la verità deve essere celata dalla bellezza delle mire celesti. Il Paradiso Terrestre, le Vergini, El Dorado, la Terra del Prete Gianni, il Catai, la Greenland. 

Doppiezze del condottiero. Chi guida sa. Mosè, gli ecisti greci, Tamerlano, Etzel, Colombo, Cesare, Carlo Magno, Aguirre, Fitzcarraldo. Gli eserciti, la devozione, le folle tumultuanti, il cozzare entusiasta delle lance, l’adorazione, il miracolo: in azione e in marcia, le masse; la convinzione talmente radicata in sé stessi da negare l’evidenza, ecco la fede, incrollabile, la meta che giustifica i sacrifici più inumani. Ecco formarsi le categorie dell’essoterico e dell’esoterico. Vogliamo El Dorado, l’eterna giovinezza: Ponce de León legge una silloge di leggende su Alessandro Magno: le onde del favoloso si accavallano nei secoli, da Callistene agli amanuensi, egli se ne lascia travolgere, contagia altri uomini che converte alla fede di un’impresa folle. Essi si mettono in marcia, essi credono. Credere, obbedire, combattere o la goffa metafora del’asino e della carota sono volgarizzamenti di tale attitudine inestirpabile dell’animo umano.

14 dicembre 2017

Celebrity deathmatch: Barnard vs Saviano


Roma, 14 dicembre 2017

O vs Blondet, oppure Mazzucco. Oppure contro l'ottimo Marco Della Luna.
Il risultato sarebbe un KO devastante sin dai primi pugni.
Il volto da cagnolone vittimista di Saviano non verrebbe offeso nemmeno da una scalfittura.
Perché i controinformatori ricercano la verità, o quello che ritengono la verità e credono, scioccamente, che la verità sia rivoluzionaria.
Purtroppo è vero il contrario. La bella menzogna lo è (non la verità) poiché nasce col germe della sovversione.
Ho osservato Saviano alla presentazione del suo ultimo libro. Calmo, paziente, empatico, corretto (è rimasto sin alla fine sopportando smancerie, selfie, autografi compulsivi). Le sue idee erano basiche, elementari. Risultavano, però convincenti, anzi: suadenti, esposte con la tranquillità piana e scipita d'un maestro di scuola diligente e che piace alle mamme. Dopo pochi minuti, se lo avesse voluto, avrebbe condotto il gregge dove voleva lui, magari in un fosso. Nel pubblico s'era, infatti, ingenerata da subito la certezza che lui fosse nel giusto: poiché era vittima e le vittime hanno sempre ragione; poiché era un bravo ragazzo; poiché era pulito, educato; e pugnace il giusto. Uno che accusa, ferocemente, senza circostanziare granché, ma lo fa con quella bonomia PolCor per cui tutte le vacche sono grigie.