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29 agosto 2021

Barnum International Circus

Unreal City, 28 agosto 2021

L’inaffondabile Giovanni Malagò, presidente del CONI, forte dei successi della comitiva nazionale alle Olimpiadi del 2020, tuona: voglio lo ius soli sportivo! Egli, insomma, ambisce regalare alla cittadinanza italiana un qualche ascaro tuttosprint: onde ri-donare, sotto forma di gloria ginnica, ciò che toglie al Paese stesso, ridotto a una sorta di albergo a ore per cosciuti ragazzotti di belle speranze. Al solito, dirigenti e capataz, incapaci di aprire le porte per timore del risentimento del popolo bue (non oseremo un po’ troppo, signori miei?), socchiudono alla chetichella finestre e abbaini: come certe verginelle in fregola, a eludere divieti e moniti paterni.
E però quest’anno abbiamo vinto i cento metri! E la staffetta! E il salto in alto! E la pesca con la mosca! C’è stato anche il record di medaglie! Record all time! Quaranta medaglie! Dieci ori dieci argenti e venti bronzi!

Se c’è una categoria di smidollati che mi ripugna sono i forzuti da poltrona. Ormai, però, ci si avvia alla lenta asfissia delle discipline, alla sparizione di circoli e comunità sportive. Proprio perché comunità e confraternite: troppo pericolose. Persino le scuole calcio si spengono lentamente, sostituite da calcetti e padel … tutto piccino, dopolavoristico, spensierato, poco impegnativo. Le palestre per il pugilato e la lotta sono quasi introvabili e spesso popolate da coatti tatuati che, al massimo, possono litigare col vicino che gli ha rubato il parcheggio. Sì, la pratica sportiva è pericolosa poiché struttura una condotta di vita e spinge al sacrificio in nome di qualcosa di superiore all’individualità. Meglio ripiegare sul digitale, a tifare undici estranei, di undici paesi diversi … si finirà, prima o poi, all’esse est percipi come nell'omonimo racconto di Bioy Casares. Le partite si ridurranno a recite fra atleti pompati dai social sino alla simulazione vera e propria … tra dieci anni chi potrà mai affermare che un Real Madrid-Barcellona si sia mai effettivamente disputato? D’altra parte tali compagini digitali già si sostanziano di un tifo planetario e disconnesso dal carnoso campanilismo che ne ha decretato la leggenda. E così per i derby lagunari, genovesi, milanesi, torinesi …

Ma c’è poi davvero stato un trionfo muscolare italico alle recenti Olimpiadi? Superiore a quello del 1932 (Olimpiadi a Los Angeles) e del 1960 (Olimpiadi di Roma)?
Propongo queste cifre:

01 luglio 2017

L'Hollywood-Islam chiude i battenti?


Pubblicato il 14 novembre 2016

Traggo ispirazione da un articolo a firma di Maurizio Blondet dall’esplicito titolo: Obama, pulizie di fine stagione. Uccide i capi di Al-Nusra, molla Kiev …


E qui un breve estratto:

L’ha scritto il Washington Post il 10 novembre: “Alti funzionari del Dipartimento di Stato”  hanno informato il giornale che Obama non poteva più permettersi di “trattare col diavolo” per esercitare una pressione militare sul presidente Bachar al-Assad”.  Obama avrebbe ordinato di localizzare ed uccidere tutti i dirigenti di Al Qaeda attivi in Siria, anche con droni. E anche il WP non aveva bisogno di chissà quali fonti anonime: bastava che andasse  sul sito del Dipartimento Usa  del Tesoro per vedere che il detto Ministero  comunicava: “Abbiamo smesso di pagare i qaedisti”. Beninteso, il linguaggio non è così esplicito, ma lo è abbastanza: “L’ufficio per il Controllo degli Attivi Esteri” (il Tesoro  ha appunto un  ufficio con questo nome) ha  agito oggi per  interrompere  le operazioni militari,   di reclutamento e finanziamento  del Fronte Al Nusra. Specificamente il il detto ufficio ha indicato quattro leader di Al Nusra  – Abdallah Muhammad Bin-Sulayman al-Muhaysini, Jamal Husayn Zayniyah, Abdul Jashari, and Ashraf Ahmad Fari al-Allak –   in coordinamento col Dipartimeno di Stato, come individui responsabili di fornire  al Al Nusra  sostanziale sostegno finanziario e logistico, dal reclutamento di combattenti alla raccolta di fondi”.

Non sto mai a chiedermi se una notizia è vera o falsa.
La domanda che mi preme è sempre una: i dati riportati si inseriscono ragionevolmente nella struttura generale del problema?

25 giugno 2017

L'umanità è inutile


Pubblicato su Pauperclass il 27 giugno 2015

Per il potere l’umanità è ormai inutile.
Si dovrebbe far nostra questa semplice e implacabile realtà. Per rassegnarci, o per tentare un’azione finale.
Gli esseri umani sono pedine di un gioco planetario, vecchi donne e bambini, così come sono tasselli del gioco le esistenze di intere nazioni: l’Iraq, l’Iran, l’Egitto, la Siria, la Grecia, l’Italia; Mesopotamia, Persia, Sicilia, Alessandria, Damasco; vi dicono qualcosa tali nomi? Sono i centri creatori della filosofia, del diritto e dell’arte: più che luoghi geografici vaste regioni dell’animo. Rappresentano la storia, la fede, la conoscenza e la morale come l’abbiamo vista fondare e vivere da millenni; e ora assistiamo alla loro svendita, come un oggetto su ebay.
Una cosa è sicura: se prima il ricco aveva bisogno del povero e del dominato per prosperare ulteriormente, ora no, non ne ha più bisogno. Tecnologia e finanza congiurano all’inessenzialità del dominato, dell’uomo nella sua più intima essenza. Carne d’avanzo, insomma. Altro che dialettica marxista-brechtiana! Altro che antropocentrismo rinascimentale! Addio uomo di Vitruvio!
Siamo alla fine dei tempi, stiamo lentamente discendendo il tubo del tritarifiuti.

19 giugno 2017

La vestaglia del principino


Pubblicato il 3 maggio 2016

Il fallimento della controinformazione.
Perché la controinformazione (o, almeno, parte d'essa) non diviene parte del discorso politico dell’uomo comune? Meglio: perché la controinformazione stenta addirittura a penetrare le residuali coscienze (quelle più avvertite)  e finisce per coinvolgere solo un pubblico esiguo (sempre lo stesso) - un pubblico, che, peraltro, si presenta davanti ai grandi avvenimenti internazionali sempre più diviso?
Il peso del giornalismo alternativo (chiamiamolo così) risulta pressoché nullo.
Su Pauperclass blog si è cercato di dare alcune risposte:


E tuttavia stavolta voglio proporre una diversa interpretazione.
Non una spiegazione.
Solo un'ipotesi di lavoro onde scrutare l'orizzonte da una diversa prospettiva.
Voglio, però, avvertire: non parlerò mai di contenuti, ma esclusivamente di forma. Aspetto, modo; dell'atto di porgersi; di emozionalità.
Il punto è questo: la controinformazione (d'ora in poi CI) non affascina. Non piace. Non muove le coscienze. È, talvolta, controproducente.

1. La CI spiega, spiega sin allo sfinimento. È sin troppo minuziosa, pedante, infervorata. Richiami, note a pie' di pagina, link, immagini, setacci investigativi, ricostruzioni, plastici digitali. Persino i commenti del pubblico, a volte, prendono la forma di piccoli trattatelli; a materiale si aggiunge materiale: un coacervo di fatti che lievita inestricabile. Chi segua un episodio di politica o di terrorismo internazionali in poche ore arriva alla sazietà, persino allo sfinimento: legge troppo, interpreta troppo: come un asino di Buridano postmoderno trova non due greppie, ma tre, quattro, dieci; ciascuna con un fieno più odoroso, o più fresco: e dopo una spanciata, piluccando qua e là con avidità, non placa la propria fame, ma si procura un'indigestione (e un inevitabile disgusto per il fieno a venire).

13 maggio 2017

La sinistra schizoide ci porterà alla schiavitù


Pubblicato su Pauperclass il 29 aprile 2015

Forse non alla schiavitù.
La schiavitù presuppone vitto e alloggio, e una certa empatia nei riguardi di schiave e schiavi (sono pur sempre elementi di pregio ed esseri umani - immo homines - per citare Seneca), mentre l'andazzo odierno prevederà, di fatto, il lavoro senza retribuzione. Il lavoro gratuito è la vera meta del paradiso capitalista.
Lavorare gratis e col sorriso sulle labbra, come dimostrano le recenti vicende di giovani aspiranti lavoratori all'Expo di Milano: prima la promessa dei 1300 netti, poi di 1300 lordi, poi neanche 1300, sempre lordi però, quindi niente assicurazioni impaccio di sindacati rimborsi et cetera ... ognuno, fatti i conti brutali della massaia, andava a intascare, netti, un bel nulla ... seppur un nulla dignitoso, da far sghignazzare a doppia ganascia, perché il lavoro nobilita, e poi fa curriculum, e poi si è parte di un ingranaggio che fa crescere la produttività italiana, e quindi si è anche patrioti, con le pezze al culo, ma tanto patrioti ... specie quando negli stand si vende per olio nazionale una poltiglia giallastra che arriva congelata dal Marocco, seppure (bando al disfattismo!) confezionata con nastrini tricolori tutti italiani e venduta ai gonzi italici dai predetti lavoratori patriottici, tutti in tiro per l'occasione, e tutti bellini con badge e divise azzurre e bianche esornate da nastrini tricolori ...
Ancora loro, i nastrini ... che il nastrino sia uno dei tratti salienti del nuovo capitalismo? Statistiche, previsioni, soli dell'avvenire ... una truffa, per carità, incartata, però, coi nastrini ... tricolori o azzurri dell'azzurro dell'euro, o dell'Unicef dell'Onu dell'Esercito della Salvezza, chi volete voi.

12 dicembre 2016

Ahi serva Italia, prigioniera della falsa coscienza e della paura


Pubblicato su Pauperclass il 27 agosto 2016

Non c'è nulla da fare.
Non si muove foglia.
L'Italia è ferma, irrigidita, bloccata.
In egual modo raggelata da una falsa coscienza; e dalla paura.
Sì, l'Italia non si ribellerà: morirà, molto semplicemente. Pian piano, rassegnata, e ferma, inchiodata alla visione masochista della propria disfatta da una coscienza non sua - abilmente instillata nei decenni - e dal terrore, un terrore abietto, il terrore di infrangere i comandamenti di questa coscienza posticcia.
Il cuore antico dell'Italia, i suoi usi, le tradizioni, la psicologia di un popolo, tutto ciò che, in ultima analisi, è contrassegnato come cultura giace negli strati profondi dell'animo del paese, dimenticato; ogni tanto emana bagliori, sussurri inquieti, echi quasi inaudibili. È la nostra coscienza, quella vera, ciò che noi siamo stati, quello che ci ha fatto sopravvivere come entità attraverso i millenni. È una voce che vorrebbe stimolarci all'azione, alla verità (non c'è azione senza verità), che vorrebbe salvarci, perché in quella voce ci sono le esistenze di chi ci ha preceduto, e in qualche modo amato ... ma noi siamo sordi, la rifiutiamo ... oppure la tradiamo ... perché abbiamo paura.
E chi tacita questi richiami dal profondo che potrebbero farci scampare un destino da reietti?
La falsa coscienza.

05 novembre 2016

Liberarsi dai diritti civili


Pubblicato il 1 aprile 2015

Quale eresia. Si vuole forse divenire razzisti, antisemiti, illiberali, sopraffattori della donna, reazionari, sessuofobi, omofobi e quant'altro?
Le gioie del progresso sociale, le sorti progressive dell'immaginario comune dell'Occidente, l'inevitabile - ormai inevitabile - allargarsi della democrazia: contro le regioni residue dell'oscurantismo: Medio Oriente Russia Cina Indonesia et cetera.
Chi non è d'accordo con la libertà, il libero amore, la parità di genere, il voto a tutti, la libera circolazione degli uomini e delle merci e dei diritti, tanti diritti, diritti a tutti, diritti a cascata.
A questi diritti rinuncio volentieri. Non li voglio.
A dirla tutta mi disgustano. Mi disgusta l'Occidente nel suo complesso.
Mi sobbarcherò - non volentieri, perché è una pena indicibile - tutti gli insulti che da questo rifiuto deriveranno.
E perché lo faccio? Proprio ora che il mondo pare irreversibilmente avviato verso la landa dell'oro della felicità, dell'attuazione dei tre feticci libertà uguaglianza fratellanza?
Credetemi, ho cercato risposte razionali - o anche meno razionali - ho cercato una risposta qualunque ... l'unica che mi sembra accettabile e che questa nuova Bengodi della democrazia sia semplicemente una menzogna.